Immagine 1 20-21-16La pubalgia è una sindrome dolorosa mioentensiva  che interessa la regione addomino-pubo-crurale con quadri clinici anche molto diversi tra loro, in prevalenza colpisce gli sportivi e le donne in gravidanza; è altresì considerata una patologia da sovraccarico, cioè causata da microtraumi ripetuti nel tempo e da allenamenti in condizione di affaticamento dello sportivo, da patologie muscolari e tendinee, da patologie ossee e articolari o da patologie infettive e tumorali. Il dolore nella pubalgia è localizzato spesso a livello dell’inguine e/o del pube e/o all’interno della coscia, in genere si presenta al risveglio e nei primi minuti di movimento, per poi scomparire con il riscaldamento muscolare. Progredendo nelle fasi della patologia, nello sportivo, il dolore tende ad aumentare soprattutto durante gli scatti e i bruschi scambi di direzione.

L’obiettivo del trattamento osteopatico è di trovare  le cause che hanno fatto insorgere il problema.

Possiamo dividere le pubalgie in due grandi categorie:

  • la pubalgia traumatica
  • la pubalgia cronica

La pubalgia traumatica compare in seguito ad un trauma della sinfisi pubica, ma per fortuna un trauma diretto alla sinfisi è rarissimo. È più probabile, invece, che essa si manifesti per altri motivi. Una caduta sui piedi, per esempio, può comportare che le forze di contatto col suolo risultino asimmetriche, provocando così l’innalzarsi di una branca pubica più dell’altra e quindi un movimento a “forbice” del pube, coinvolgendo in modo non fisiologico i legamenti pubici. Oppure ancora, si può verificare una eccessiva tensione dei muscoli adduttori, a causa di un movimento contrastato da opposizione sull’arto inferiore. Questi stress possono deteriorare le inserzioni muscolari e i numerosissimi legamenti che interessano il pube e creare una disfunzione.

Nella patologia cronica, invece, possiamo ritrovare il pube adattato ad uno schema funzionale alterato. Il pube è il crocevia e il punto d’inserzione di potentissimi muscoli (grande retto dell’addome, obliqui e trasversi e tutti gli adduttori della coscia) che si organizzano in catene muscolari, è, inoltre, punto di inserzione, attraverso numerosi legamenti, di diverse strutture viscerali (vescica, utero, cordone spermatico, prostata). Per la particolare forma e topografia anatomica nel pube vengono a scaricarsi le iperpressioni che provengono dalle catene muscolari ascendenti e discendenti sia durante la deambulazione sia in ortostasi. Le cause più comuni che permettono l’instaurarsi della pubalgia possono essere:

  • la riduzione di mobilità del bacino o di un emi-bacino con riduzione di mobilità in senso opposto della sinfisi;
  • il conflitto tra adduttori potenti e addominali deboli, dove gli uni tirano in un senso e gli altri nel senso opposto, sino al manifestarsi della sofferenza sia nei muscoli che nei loro tendini, con possibili irradiazioni nelle zone vicine, tra cui lo scroto;
  • la disfunzione articolare dell’anca, ginocchio, caviglia/piede;
  • la riduzione della mobilità vertebrale con compensi adattavi all’osso sacro e al bacino;
  • i microtraumi ripetuti nel tempo specialmente in giovane età, intensamente e su terreni duri;
  • l’esagerazione della lordosi lombare;
  • le contratture antalgiche al quadricipite femorale/muscoli adduttori;
  • le disfunzioni del sistema cranio – sacrale in particolar modo negli sport dove si colpisce la palla con la testa parecchie volte;
  • le aderenze cicatriziali nella zona pelvica o nelle regioni che la influenzano;
  • disfunzione osteopatica viscerale degli organi sopra pubici.

Attraverso test specifici, l’osteopata può capire la causa o le cause che hanno determinato la disfunzione osteopatica di pubalgia. Il trattamento osteopatico, anche per le pubalgie più problematiche, può contribuire notevolmente ad alleviare, risolvere, la pubalgia. E’ importante fare test differenziali, anche tramite indagini strumentali e cliniche. Successivamente al trattamento, l’osteopata cercherà di prevenire spiacevoli recidive e di mantenere lo stato di salute del paziente, attraverso il dialogo e le indicazioni sul comportamento posturale.

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