L’osteopata è un professionista sanitario con competenze di trattamento e gestione dei pazienti che può svolgere, in via autonoma o in collaborazione con altre figure sanitarie, gli interventi di prevenzione, cura e mantenimento della salute.

L’osteopatia è stata definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come una “professione sanitaria di contatto primario con competenze di diagnosi, gestione e trattamento dei pazienti, esclusivamente manuale, che si indirizza a tutti i cittadini, dal neonato all’anziano“. (WHO, 2010)

Qual è lo scopo del trattamento osteopatico?

Il trattamento osteopatico consiste in una manipolazione e mobilizzazione dei tessuti corporei (muscolo-scheletrico e viscerale) con l’obiettivo di ripristinare il range di movimento fisiologico, e di conseguenza i flussi sanguigno e linfatico, che a loro volta favoriranno la normalizzazione dei tessuti disfunzionali. (Hundscheid et al, 2007)

L’osteopata durante un trattamento osteopatico
La deformazione e l’alterata mobilità di alcuni settori muscolo-scheletrici e la conseguente interferenza sui nervi e sui vasi sanguigni adiacenti sono infatti causa di disfunzione somatica, che si manifesta nel nostro corpo con dolore associato a riduzione di mobilità e cambiamenti tissutali.

Lo scopo del trattamento osteopatico è quello di attivare la capacità di ripristino dell’omeostasi attraverso manipolazioni atte a stimolare determinate reazioni del sistema neurovegetativo, il quale svolge autonomamente un’azione di controllo dell’omeostasi corporea.

In seguito alla manipolazione, l’aumento della mobilità del tessuto e delle strutture ad esso correlate genera un miglioramento della vascolarizzazione e del trofismo della zona manipolata, che favorisce la regressione dei sintomi.

Come si svolge un trattamento osteopatico?

1. Valutazione iniziale

La valutazione iniziale consiste in un colloquio che ha lo scopo di valutare la persona e la storia clinica del paziente, identificandone motivo del consulto, bisogni, esigenze, sintomi e patologie.

L’osteopata indagherà sullo stile di vita, sul tipo di lavoro svolto e sugli hobby, ma anche su incidenti passati, traumi, cadute o interventi chirurgici. Tutto questo per avere un quadro generale del paziente, ma soprattutto per escludere eventuali controindicazioni al trattamento.

Il tutto sarà integrato da eventuali dati derivanti da esami diagnostici di varia natura e da consulenze di altre figure sanitarie.

Questa è una fase molto importante del trattamento osteopatico, necessaria per lavorare in sicurezza col paziente.

2. Valutazione posturale

Trattamento osteopatico: valutazione posturale
Alla prima fase succederà quindi un esame obbiettivo, durante il quale l’osteopata osserva l’atteggiamento posturale adottato dal paziente in piedi, se presenta aree di sovraccarico a livello della colonna vertebrale, del bacino o degli arti, o una funzionalità alterata della cavità toracica, addominale o pelvica.

L’osteopata può inoltre richiedere di eseguire alcuni movimenti per esaminare la funzionalità delle articolazioni e individuare aree di restrizione di mobilità.

3. Test di mobilità osteopatici

Trattamento osteopatico: palpazione percettiva
Successivamente col paziente sul lettino l’osteopata utilizza la palpazione percettiva e i test di mobilità osteopatici per valutare elasticità e qualità dei tessuti e quindi le eventuali disfunzioni somatiche.

4. Diagnosi differenziale osteopatica
L’esito dei test e del ragionamento clinico permettono poi all’osteopata di elaborare la diagnosi differenziale osteopatica, con lo scopo di individuare dati clinici che possono controindicare in parte o totalmente il trattamento osteopatico, per esempio sintomi o segni di una malattia organica in corso (red flags).

In presenza di red flags sarà necessario indirizzare il paziente verso un’integrazione diagnostica e/o la consulenza di un’altra figura sanitaria.

5. Trattamento manipolativo osteopatico

Trattamento manipolativo osteopatico
L’assenza di red flags è un’indicazione al trattamento manipolativo osteopatico che consiste in una serie di tecniche manuali con lo scopo di risolvere le disfunzioni somatiche e ripristinare la corretta mobilità e la funzionalità delle strutture corporee interessate (muscolo-scheletriche, craniche, viscerali), ristabilendo le corrette relazioni tra sistemi e apparati.

6. Valutazione finale
Alla fine del trattamento osteopatico il paziente verrà rivalutato per individuare eventuali miglioramenti dei segni clinici e posturali emersi dalla valutazione iniziale, verificando allo stesso tempo l’efficacia della manipolazione osteopatica.

Prima di salutarlo il terapeuta dà dei consigli al paziente e decide se sia il caso di rivederlo o meno per ulteriori sedute.

Un trattamento osteopatico ha una durata media di 30/50 minuti. Generalmente una prima visita dura di più di un trattamento.

FacebookTwitterGoogle+