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In Italia colpisce 3 milioni di persone, di cui 600mila di grado severo, mentre in Europa ne soffrono in 70 milioni e, per circa 7 milioni di loro, l’acufene rappresentano una condizione debilitante.

Quello che preoccupa di più sono però quei 57% di casi idiopatici in cui la patologia si manifesta senza cause precise, colpendo anche chi gode di un buon udito. Ma nonostante l’elevato impatto socio-economico, la ricerca per l’acufene è piuttosto limitata. Per questo l’Unione Europea ha approvato il finanziamento del Cost Action Tinnet, con lo scopo di creare un network di ricerca internazionale.

“La fase della diagnostica è molto importante” fa sapere la dottoressa Alessandra Fioretti, otorinolaringoiatra e audiologa, responsabile scientifico del Tinnitus Center di Roma, ora nel team del working group del progetto europeo Cost Tinnet e con i colleghi europei ci siamo confrontati perché le esperienze sono diverse da Paese a Paese. Il nostro obiettivo finale è cercare di arrivare a degli standard uguali per tutti, in modo da poter lavorare in maniera simile tra i diversi centri, e anche a grandi database con raccolta di dati che siano sempre più crescenti e corretti, proprio perché raccolti con criteri uguali per tutti”. Il progetto Cost Tinnet, intanto, ha visto collaborare specialisti di 27 diversi Paesi che hanno razionalizzato le esperienze mettendole a confronto e individuando elementi comuni per la definizione dell’acufene e il suo trattamento.

Gli esperti europei di acufene esprimono forte la necessità di un approccio multidisciplinare alla malattia, che veda insieme otorini, audiologi, psicologi e ricercatori, per individuare la terapia migliore per ogni paziente.

“Per trattare l’acufene è importante seguire metodologie multidisciplinari- spiega la dottoressa Fioretti- andando a definire tutte le possibili cause di comorbidità, andando per esempio a fare uno studio più sostanzioso a livello della tiroide o di possibili malattie autoimmunitarie o di una possibile correlazione con una trombofilia”. Ci sono poi molti aspetti che non vanno trascurati anche quando c’è un udito normale ma c’è comunque l’acufene.

“Gli accertamenti vanno fatti e vanno considerati anche nell’ambito delle componenti somatosensoriali– aggiunge la responsabile scientifica del Tinnitus Center di Roma- in caso di acufene, infatti, ci può essere un collegamento con una compromissione a livello della colonna cervicale o dell’articolazione temporo-mandibolare, ed è molto importante non sottovalutare neppure la presenza dei disturbi del sonno. Si tratta di tanti aspetti che vanno considerati nel paziente e bisogna non sottovalutarli perché potrebbero portare ad un insuccesso terapeutico”.

L’acufene di grado severo è spesso associato a depressione, ansia e insonnia che comportano conseguenze socio-economiche importanti. In considerazione dell’aumentata esposizione al rumore nelle attività quotidiane e ricreative, il numero di persone colpite da acufene tenderà ad aumentare.

“Gli studi epidemiologici del settore- dice Alberto Eibenstein, responsabile del Tinnitus Center di Roma rinforzano l’idea di questo crescente aumento dell’incidenza dell’acufene: i dati parlano di una prevalenza che va dal 10% al 15% della popolazione. Negli Stati Uniti si calcolano circa 45 milioni di americani che soffrono di acufene, mentre in Italia uno studio epidemiologico condotto dall’Istituto ‘Mario Negri’ di Milano ha evidenziato come anche nel nostro Paese ci sia una percentuale abbastanza sostanziosa, con 3 milioni di persone che soffrono di acufene e più di 600mila in forme severe”.

Ora, secondo gli esperti, è importante sottolineare che in alcuni casi non si riesce a definire bene una causa precisa dell’acufene:.

“C’è addirittura un 50% di pazienti che non ha una causa nota e si definiscono idiopatici sottolinea Eibenstein- Ci può essere una causa di acufene anche in caso di udito normale, quindi non sempre l’acufene si associa ad una perdita dell’udito”. L’iniziativa Cost è nata nel 1971 come quadro intergovernativo di cooperazione europea nella ricerca scientifica e tecnologica. Il Cost finanzia progetti, detti ‘azioni’ (Action), che durano 4 anni. Nell’ambito dei 9 settori chiave scientifici e tecnologici il Tinnet si inserisce in quello della ‘Biomedicina e bioscienze molecolari’. Il Tinnet è un network di ricercatori nato all’interno del progetto europeo Cost con lo scopo di investigare le cause e le terapie più adatte ai vari tipi e sottotipi di acufene, per predisporre entro il 2018 un protocollo condiviso (linee guida) di gestione clinica per la diagnosi e il trattamento degli acufeni.

“Agenzia DIRE”

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