PlagiocefaliaPlagiocefalia significa cranio storto. È una condizione della testa del neonato in cui, guardandola dall’alto, appare di forma “a parallelogramma” anziché di forma ovoide. Ciò può coinvolgere e alterare anche la simmetria del viso e della bocca, oltre che il loro sviluppo funzionale.

L’incidenza è stimata a circa 1 caso ogni 25 neonati. La posizione nel sonno è uno dei fattori rischio più rilevati, con il sesso maschile che prevale leggermente rispetto al sesso femminile. Ci sono maggiori probabilità di riscontrare plagiocefalia nei bambini nati da parto gemellare, parti naturali difficoltosi e con problemi al collo.

Sta emergendo che il neonato con plagiocefalia è meno attivo e ritarda in alcune aree dello sviluppo neuromotorio. Inoltre, asimmetrie cranio facciali accentuate potrebbero favorire alterazioni morfo strutturali come la scoliosi e  una tendenza alla cefalea.

Per quanto riguarda il trattamento tuttora viene ancora usato una sorta di “caschetto”, con risultati non eccezionali e scomodi per il bambino che deve indossarlo. L’osteopatia, ovvero, in questo caso, delicate e dolci manipolazioni del cranio e del collo del neonato, risulta essere ad oggi un trattamento molto efficace. Basilare, inoltre, l’educazione dei genitori del neonato ed il loro coinvolgimento nella terapia. Se la plagiocefalia viene riscontrata, il trattamento deve cominciare al 6 mese per ottenere dei risultati soddisfacenti. Fino ai 2 anni di età si può comunque intervenire, periodo nel quale la malleabilità del cranio è maggiore dato che le suture non sono totalmente chiuse.

Qui allegato uno studio direttamente da PubMed

FacebookTwitterGoogle+